FATICA a BRIDGE

       
 

 

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Giocare i campionati di bridge

 
   

Fatica più un giocatore di bridge o uno sciatore?

 

         Fatica di più un giocatore di bridge durante una partita o uno sciatore che scende a rotta di collo in una gara di Coppa del Mondo? Questo il tema del convegno che ieri, alla presenza di numerosi esperti, in attesa dell’inaugurazione dei campionati del modo di bridge di Verona 2006, in programma dal 9 al 24 giugno.

Nessuno - nemmeno gli psicologi dello sport, noti  per avere contribuito alla preparazione di numerosi campioni olimpici – sono riusciti a rispondere alla domanda. Ma un contributo fondamentale lo ha fornito Michele Leone, insegnante di bridge, che ha parlato del carico di lavoro che devono sostenere i giocatori: «A noi - ha spiegato - la forza muscolare non serve, però l' impegno è notevole. Basti pensare che un torneo è articolato in una sequenza di partite che durano dalle tre alle quattro ore l'una. Ne giochiamo due al giorno, e quindi i nostri tempi di recupero devono essere strettissimi. Gli atleti delle altre discipline, invece, una volta finita la gara non hanno più questi problemi. Ecco perchè gli bridgisti avrebbero bisogno di una preparazione particolare, che permetta loro di sviluppare la tolleranza allo stress. Purtroppo, però, mancano ancora studi validi sull'argomento».

Lo psicologi fanno comunque presente che «la fatica è soggettiva, ma inversamente proporzionale al grado di divertimento di chi svolge un' attività: più ci divertiamo e meno fatichiamo».

 

 

Gallarate: maggio 2006
 

 
 


...noi facciamo
meno fatica
 

 

 
 

 


 

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